Fosca in Tepidario _ lectio | ludus | visio

FIT//ALCHIMIA

4 SET.

Fosca in Tepidario _ lectio | ludus | visio

FIT//ALCHIMIA

4 SET.

9.30 > 12.30

___LUDUS/VISIO

Niente è come sembra

Trekking Urbano a cura di Tempo Nomade

posti limitati, prenotazione: info@temponomade.it
+39 335 7588549

Insieme scopriremo:
fasi e colori dell’opus alchemicum
il cimitero di Rifredi e l’opera al nero
il giardino esoterico di Frederick Stibbert
il tepidarium di Roster e la fioritura della rosa

Come in ogni itinerario esoterico – dove la conoscenza non si può esprimere con le parole ma solo con l’azione – anche nell’alchimia niente è come sembra, niente è univoco. A ogni passo si aprono connessioni e corrispondenze, “un libro dischiude l’altro” ma “niente di ciò che si trova nei libri può servire”. Solo attraverso l’esperienza si accede a un sapere al tempo stesso molteplice e unitario, in cui materia e spirito si nutrono a vicenda. Così questa camminata nel Quartiere 5, realizzata nell’ambito del progetto FIT/ALCHIMIA a cura di Fosca, ripercorre le fasi dell’itinerario alchemico attraverso luoghi quotidiani che innescano risonanze inaspettate. A ogni passo, in cambio della nostra attenzione, ogni cosa evoca analogie e reciprocità, ogni parola si fa metafora.

Invito alla lettura
Psicologia alchemica

Tempo Nomade è un tempo scandito dal ritmo del passo, un aprirsi al paesaggio in un’esperienza, personale e condivisa, tesa a mettere in moto il pensiero attraverso il cammino. Un tempo in cui si intrecciano narrazioni, ascolti e azioni dal vivo per essere pienamente là dove si è.
https://www.temponomade.it/

10 > 12

___LUDUS

FORMA (intervallo) SPAZIO

laboratorio artistico per bambine e bambini
A cura di Sandra Favilli

massimo 16 partecipanti età consigliata 6 > 10 anni – per iscrizione: prenotazioni@fosca.eu

Il laboratorio esplora l’ambiente circostante attraverso l’utilizzo di sabbia e nylon, dando vita ad una struttura sempre variabile.
Un gioco in continuo movimento alla ricerca di spazi da mettere in comunicazione creando nuove forme, pieni, vuoti e intervalli che prendono vita. Questo genere di laboratorio si realizza in un lavoro collettivo anche se agito singolarmente.
Durante il lavoro i bambini si confrontano, progettano e realizzano. All’interno del gioco, per stimolare la curiosità attraverso domande e proposte, i bambini prontamente accolgono e modificano la materia seguendo la propria personalità.
La progettazione del laboratorio prende spunto dal lavoro degli artisti dell’arte povera e dalle architetture di Riccardo Dalisi.

Sandra Favilli, oltre a studi artistici di base si è formata in vari ambiti tra cui quello teatrale. Incline alla formazione perenne, alla ricerca e alla sperimentazione. Dal 2003 sviluppa il suo lavoro con l’infanzia, seguendo un metodo di lavoro che ha personalizzato negli anni prendendo come punti di riferimento Munari,  Malaguzzi, Rodari, Montessori, Dallari fra gli altri.

10 > 12

___LUDUS/LECTIO

Il Bagatto – pratiche di fusione artistica

Cerchio Magico, un dispositivo di codifica e trasmissione per generare una formula magica collettiva
Ospiti Anna Gesualdi e Giovanni Trono a cura di Katiuscia Favilli e Giulio Sonno

incontro a numero chiuso

Il Bagatto è un prestigiatore e un saltimbanco: apparecchia la tavola, vi dispone i suoi attrezzi e dà inizio e principio agli incanti. Può riuscire, può fallire, può perfino truccare, ma di sicuro non può fare a meno di cominciare. Sua è l’energia potenziale. Suo è l’entusiasmo dell’arte combinatoria.

Le mattine del festival saranno dedicate alla condivisione trasversale di pratiche artistiche. Ciascun appuntamento vedrà protagonista un progetto di ricerca inedito legato al tema alchimia. L’artista ospite condurrà all’interno delle proprie pratiche e processi creativi un gruppo di altri artisti e operatrici culturali, ricevendo in cambio stimoli e riflessioni per la sua ricerca.

16 > 18

___LUDUS

Some scores for FIT

pratica condivisa a cura di Elisa D’Amico e Francesco Dalmasso in risonanza con gli incontri Il Bagatto, in collaborazione con Attivisti della danza Firenze

per partecipare: info@dancefordance.net

La proposta consiste in una sessione di score practice, una pratica guidata da una serie di score. Gli score sono intesi come insieme di indicazioni per l’azione: definiscono possibilità di collocazione rispetto a parametri spaziali, temporali, di movimento e di interazione e contengono tutte le informazioni necessarie e sufficienti per la loro esecuzione. In altre parole, gli score sono le regole del gioco. Attraverso la score practice, che nell’assenza di modelli di riferimento esclude la possibilità di emulazione, si mette al centro la questione della trasmissione delle informazioni, della traslazione su supporti diversi (dal testo al corpo), considerando il rapporto tra fedeltà ad una consegna nel rispetto delle indicazioni e libertà personale nell’autonomia di esecuzione. Nello specifico di questo contesto, la score practice può diventare una cornice all’interno della quale lasciar emergere pensieri e discorsi comuni, che si andranno costruendo
anche durante gli incontri de Il Bagatto. Una pratica auto-riflessiva, che può creare lo spazio e la possibilità per una connessione tra l’esperienza corporea, la riflessività e la discorsività, per una correlazione tra piano pratico e di pensiero, in direzione di una legittimazione della embodied knowledge.

Elisa D’Amico e Francesco Dalmasso si incontrano durante gli studi presso ArtEZ Hogeschool voor de kunsten (NL). Lavorano come danzatori e performer freelance in Italia e Europa per compagnie, progetti e istituzioni museali. Fanno parte dell’organizzazione della piattaforma di condivisione di pratiche shared training torino e del team curatoriale del progetto Workspace Ricerca X_research and dramaturgy. Dal 2014 sviluppano una pratica artistica collaborativa, consapevoli delle possibilità generate dall’incontro tra
cose, persone e materiali.
https://www.dancefordance.net/

19.30

___VISIO

3 pezzi Fluxus per uno spazio aperto

a cura di Marco Baldini e Fosca,
con Cristina Abati, Maurizio Costantini, Niccolò Curradi e Luisa Santacesaria

per prenotazioni: prenotazioni@fosca.eu

In Fluxus non c’è mai stato alcun tentativo di concordare obiettivi o metodi; le persone con qualcosa di innominabile in comune si sono semplicemente coalizzate per pubblicare ed eseguire il loro lavoro. Forse questo qualcosa di comune è la sensazione che i confini dell’arte siano molto più ampi di quanto sembrassero convenzionalmente, o che l’arte e certi limiti consolidati non siano più molto utili. In ogni caso, individui in Europa, Stati Uniti e Giappone hanno scoperto il lavoro l’uno dell’altro e lo hanno trovato nutriente (o qualcosa del genere) e hanno coltivato oggetti ed eventi che sono originali, e spesso non categorizzabili, in uno strano modo nuovo.
George Brecht

Tre set consecutivi per formazioni variabili con una durata di circa 15-20′ ciascuno, in cui verranno presentate composizioni di alcuni degli artisti più influenti del movimento Fluxus: Musica Piramidale (1962) di Walter Marchetti, OM Purety In Nature (1970) di Philip Corner e A Dozen For Carmen (1990) di Ben Patterson.
Tutte le composizioni hanno un carattere fortemente performativo e possono – in alcuni casi, devono – essere eseguite in un ambiente aperto. La loro esecuzione si sposa quindi felicemente con gli spazi del Giardino dell’Orticoltura/Orti del Parnaso.

21

___VISIO

ALEA: casualità o alchimia?

Monica Benvenuti canta John Cage

per prenotazioni: prenotazioni@fosca.eu

La cantante e soprano Monica Benvenuti eseguirà alcuni brani di John Cage dove il compositore usa il libro dell’I-Ching per adottare tecniche aleatorie di composizione. È un metodo per organizzare il caso, per controllare l’imprevedibile. Serve a determinare secondo un sistema di combinazioni numeriche, quali note suonare, la loro durata, la loro altezza.
L’adozione di tecniche aleatorie e casuali serve: per aggirare il desiderio di trovare sempre l’emozione nella musica, per rimuovere tutte le tracce di identificazione personale con il materiale musicale, per eliminare l’aspetto soggettivo del processo compositivo, il collegamento fra la sensibilità del compositore e i suoni che compone.
L’approccio alle filosofie orientali porta Cage verso la negazione dell’io, verso la rinuncia all’espressione e alla comunicazione, verso l’abbandono del controllo umano sulla natura e sul suono. Significa avvicinarsi all’indeterminatezza del suono naturale. La musica è natura, non è imitazione della natura. L’artista non controlla, non organizza, non domina la natura, ma la ascolta. L’alea è un modo per imitare la maniera in cui la natura opera e per aprire la mente alle influenze divine, ad esempio al mondo indeterminato dei
suoni non intenzionali. Cage vuole creare musica che non ha mai ascoltato.

Monica Benvenuti è un antante fiorentina, laureata in lettere e filosofia, nei primi anni della sua carriera si è dedicata prevalentemente al repertorio barocco e classico; in seguito ha sviluppato un interesse specifico per la musica del Novecento e contemporanea, che l’ha portata a esplorare le potenzialità della voce umana in rapporto ai diversi linguaggi, dalla recitazione al canto lirico, attraverso molteplici livelli espressivi. Ha tenuto concerti in Germania, Francia, Spagna, Belgio, Svezia, Repubblica Ceca, Ungheria, Giappone (Tokio, Suntory Hall), Brasile, Stati Uniti, spesso interpretando musiche a lei dedicate. Nel 2004 e’ invitata da Sylvano Bussotti come protagonista de La Passion selon Sade presso il Teatro de la Zarzuela di Madrid, con la direzione di Arturo Tamayo. In seguito Bussotti scrive per lei un ruolo nell’ opera Silvano-Sylvano, (Roma, Accademia di S. Cecilia, 2007) e nel Rara Film (Bologna, 2008). Dopo varie esperienze di teatro musicale, debutta come attrice nel monologo “Non io” di Beckett, con la regia di Giancarlo Cauteruccio (premio dei critici italiani 2006). Negli ultimi anni ha interpretato Acustica, Pas de Cinq e Der Turm zu Babel di Mauricio Kagel, Como una ola de fuerza y luz di Luigi Nono, diverse edizioni del Pierrot Lunaire di Schoenberg, nonché moltissime opere vocali di John Cage e Le Marteau sans maître di Boulez. Ha inciso per Arts, Materiali Sonori, Nuova Era, Sam Classical, ARC Edition, Ema Records, Sheva Collection, Da Vinci Classical.
http://www.monicabenvenuti.com/

tutti i giorni dal 2 al 4 settembre in vari spazi del giardino – ingresso libero

___VISIO

Abito, tessitura nello spazio

a cura di Federica Terracina

Michela Pereira, ricercatrice di storia della filosofia medievale all’Università di Siena ed autrice di Arcana sapienza, Storia dell’alchimia occidentale dalle origini a Jung, ci introduce nel lungo viaggio, non lineare, dell’alchimia, sottolineando la duplice produzione degli alchimisti, ponendo l’accento sulle operazioni di laboratorio e gli scritti lasciati in eredità. I figli di Ermete e le leggendarie testimonianze dei loro tentativi, perseguiti nei secoli, nel fabbricare l’oro o l’elixir, hanno redatto una sterminata letteratura, in parte semi sconosciuta, dalle ricette al trattato filosofico, all’allegoria in parole ed immagini.
Trasformata la materia tessile con il colore con ricette di tintura erbacee; raccolte alcune testimonianze: parole ed immagini; Abito si trasforma in laboratorio tra tessitura e intreccio, tra legare e sciogliere. Attraversiamo la dimensione del “fare, disfare e rifare” e le possibilità tra collegamento, nesso ed impedimento-vincolo.
La pratica scelta per la costruzione Abito, tessitura nello spazio, installazione partecipata trova le sue radici nel progetto Abito: esercizio per esplorare lo spazio attraverso la tessitura.
Abito nasce nel 2011 e vede per la prima volta la sua forma e struttura odierna nel 2016, con gli abitanti di vico Tronari, Sanità, Napoli, durante Altofest 2016.  Come ri-pensare e abitare lo spazio, cooperare in una modalità altra dall’abituale sono i punti focali in questa pratica dagli esiti mutevoli.
Il tessuto come trama e tecnologia raccoglie la memoria dell’esperienza di trasformazione e passaggio qui tramite la tintura.
L’alchimia come ricerca della conoscenza universale, oltre alla misura del se.
Nello sfiorare l’immenso universo dell’alchimia aleggiano pensieri sull’interconnessione tra le più disparate discipline; il ponte tra materia, spirito e la trasformazione; la posizione dell’uomo tra corpo, cosmo, natura e genera alcune domande.
Queste le domande che condivido come spore generative di riflessione,

Cos’è oggi per noi la creazione dell’oro?

Kīmiyā’ è uno dei nomi, di radice araba, del reagente per la trasformazione dei metalli, anche detto in Occidente, lapis philosophorum o pietra filosofale.

Cos’è per noi la pietra filosofale?

Qual’è il nostro reagente <sociale>?

Nel rispetto dei luoghi e degli spazi ospiti l’installazione tessile è effimera, prevede nella costruzione il suo disfacimento. Verranno raccolti nelle maglie del codice virtuale, contenitore e documento, i file di ricerca e altre riflessioni nascenti nei giorni di FIT/ALCHIMIA – Fosca in Tepidario.

Federica Terracina (incredible fox) è un’artista indipendente, specializzata nell’arte tessile; pittrice, costumista e formatrice. L’astrazione fenomenica influenza tutta la sua ricerca pittorica, è allieva di Michele Cossyro. L’interazione con lo spazio è la chiave della sua ricerca, sia in pittura che nelle installazioni, utilizza spesso materiali di recupero e naturali. Il suo lavoro è stato presentato in diverse occasioni quali Lunetta Without frontiers, Mantova; Valletta 2018 Capitale Europea della Cultura; Altofest International Contemporary Live Arts, Napoli; Musèe en Herbe, rue Rivoli, Parigi; «Factory Pd’A» Museo contemporaneo testaccio, Roma; Outdoor Urban. Dal 2015 al 2019 è autrice degli interventi grafici del “Foglio del Fest”, guida estetica di Altofest, redatto dall’OCr (Osservatorio Critico ).
https://lnx.incrediblefox.com

Torna su