

MELUSINA (di fate e di streghe)
Un’essere femminile che compare in ore particolari, spesso crepuscolari, quando nasce e muore la luce. Un’essere femminile che sa fare ciò che è considerato bene e ciò che è considerato male. Un’essere femminile che sa trasformarsi: può essere orribile o ammaliante. Un’essere femminile che può uccidere o generare e far crescere. Un’essere femminile che impone prove da superare per diventare grandi e che sostiene i giusti e punisce i non giusti. Strega, fata, babayaga, matrigna, sorellastra, madre premurosa, dea… dalle più antiche cosmogonie alle fiabe più recenti, questa figura femminile racchiude in se il potere di creare e distruggere.
E’ il simbolo della paura verso l’incommensurabile, l’incomprensibile, il segreto della nascita e della morte. Morte legata sia al corpo fisico che ai vari esoscheletri di atteggiamenti, sensazioni e ricordi che ci lasciamo alle spalle ogni volta che entriamo in un’ altra fase del nostro percorso di vita.
L’indagine sull’archetipo delle energie femminili chiude la trilogia d’indagine sugli archetipi della paura delle fiabe che FOSCA ha condotto negli ultimi quattro anni.
Durante la crescita, nelle fasi di cambiamento, davanti agli ostacoli, nell’affrontare nuove situazioni è importante saper riconoscere questa emozione, sentirla e capirla per non lasciare che sia padrona di agire in un mondo non conosciuto e non consapevole. Gli archetipi, sopratutto gli archetipi insiti nelle fiabe, sono traduzioni poetiche e simboliche che aprono a un immaginario del possibile al di là del reale dandoci strumenti di comprensione profonda, tramite l’esperienza narrata e immaginata.
Le streghe (nelle fiabe) vivono in un tempo e in uno spazi indefinito. Un antro, una grotta, il fitto di un bosco. Nel nostro immaginario la loro casa è nel sottosuolo. Le streghe sono in un sotto ma hanno il potere di agire nel mondo sopra, ascoltando e interagendo con ciò che là accade, con tutte le fiabe che accadono continuamente sulla terra.
Un costante dialogo tra il sotto e il sopra.
produzione FOSCA – associazione culturale | regia e drammaturgia Katiuscia Favilli | dramaturg Giulio Sonno
in scena Cristina Abati, Angela Antonini, Matteo Bennici, Siani Bruchi
audio e suoni Matteo Bennici | disegno luci e tecnica Siani Bruchi | oggetti di scena Eva Sgrò | progetto scenografico Giulio Sonno | costumi Federica Terracina
realizzato con il contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze e Fondazione CR Firenze
Il processo di creazione è iniziato a gennaio 2022 con una prima residenza allo spazio Vulkano di Ravenna, per poi essere ospitati a PARC – Performing Arts Research Centre di Fabbrica Europa (aprile 2022), a MAD – Murate Art District di Firenze (maggio 2022) e presso il Teatro Corsini di Barberino del Mugello ospiti della compagnia Catalyst (Ottobre).
Debutto al Teatro Rasi di Ravenna 16/02/2023 e in replica al Teatro de Gli Impavidi di Sarzana il 19/02/2023.

ATLETICA DEL CUORE #7
percorsi gratuiti di formazione sulla relazione tra arte della scena e pedagogia per educatori, docenti, formatori, studenti, operatori e artisti
La settima edizione di Atletica del Cuore inizia con un atto perfomativo (16 dicembre 2022), continua con i laboratori (febbraio/marzo 2023) e si conclude con la giornata di convegno (1 aprile 2023). La parola che ispira le fasi del percorso è Fine. Come sempre la parola si limita a delimitare un campo di azione del pensiero e per questo verrà declinata, immaginata, decostruita e re/inventata mettendo insieme discipline, metodi e riflessioni diverse. Desideriamo che Atletica del Cuore sia un percorso che generi complessità e domande, cose che accomunano sia l’atto creativo che la relazione pedagogica. Riteniamo che la complessità sia necessaria per leggere le stratificazioni e le contraddizioni che abitano l’essere umano, sempre così indefinibile.
“L’attore è simile a un vero e proprio atleta fisico,
ma con questo sorprendente correttivo:
all’organismo atletico corrisponde in lui un organismo affettivo,
parallelo all’altro,
quasi il suo doppio benché non operante sullo stesso piano.
L’attore è un atleta del cuore”
Antonin Artaud
