MER 20 + GIO 21 + VEN 22 + SAB 23  NOVEMBRE 2019

PAC – LeMurate. Progetti di Arte Contemporanea
Piazza delle Murate – Firenze

ATLETICA DEL CUORE

PERCORSI GRATUITI DI FORMAZIONE SULLA RELAZIONE TRA ARTE DELLA SCENA E PEDAGOGIA
PER EDUCATORI, DOCENTI, FORMATORI, STUDENTI, OPERATORI E ARTISTI

RITO E COMUNITÀ

 

un progetto FOSCA
con il contributo di Fondazione CR Firenze
con il sostegno di Comune di Firenze e Mus.ELe Murate. Progetti Arte Contemporanea

 

“Chiamo società conviviale una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività, e non riservata a un corpo di specialisti che lo tiene sotto il proprio controllo. Conviviale è la società in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo strumento per realizzare le proprie intenzioni. (…) L’uomo che trova la propria gioia nell’impiego dello strumento conviviale io lo chiamo austero. (…) L’austerità infatti non significa isolamento o chiusura in se stessi per Aristotele come Tommaso D’Aquino è il fondamento dell’amicizia. Trattando del gioco ordinato e creatore, Tommaso definisce l’austerità come una virtù che non esclude tutti i piaceri, ma quelli soltanto che degradano o ostacolano le relazioni personali. L’austerità fa parte di una virtù più fragile, che la supera e la include, ed è la gioia, l’eutrapelia, l’amicizia 

Ivan Illich La convivialità
prima pubblicazione Parigi 1973

Atletica del cuore è un percorso di formazione rivolto a studenti, educatori, e artisti che desiderano approfondire la relazione tra arte e pedagogia.

L’alleanza tra queste due discipline è storia: l’arte necessita della pedagogia per essere trasmessa e la pedagogia necessità dell’arte per rendere praticabili e concreti concetti che riguardano l’essere umano e che sono astratti, complessi e alle volte inaccessibili.

Nella formazione di un individuo l’incontro con l’arte della scena permette di fortificare la propria personalità e di metterla a disposizione e in relazione con l’altro. La riscoperta della ritualità condivisa, che trasporta nell’atto magico della creazione, apre le porte a una profonda empatia e a un profondo rispetto reciproco. Al di là delle differenze, barriere, pregiudizi, la creazione collettiva riporta tutti gli individui presenti al gradozero di sé.

Le opere d’arte sono profondamente diverse da molte espressione dell’esperienza politica, che sono sottomesse al potere di interessi egoistici o di parte, e quindi sopprimono, distorcono o falsificano i prodotti dell’esperienza autentica. Gli artisti non hanno nessun motivo per ingannare o per nascondere qualcosa: essi si sforzano al contrario di trovare la forma espressiva perfetta per la loro esperienza. Come scrisse Wilgred Owen, “i veri poeti devono essere veridici”. In qualche modo essi hanno un accesso immediato e innocente a quello strano spazio liminale (presente in tutti noi, ma negli artisti in forma più evidente) dove, come scrive Dilthey, “la vita si dischiude a una profondità inaccessibile all’osservatore, alla riflessione e alla teoria.” Ma una volta “espressa” in forma di opera d’rte, i lettori, gli spettatori o gli ascoltatori possono riflettere su di esse, poiché si tratta di messaggi degni di fede dalla profondità della nostra specie, e della vita “umanizzata” che, per così dire, si dischiude

 Victor Turner Dal rito al teatro
prima pubblicazione New York 1983

 

Atletica del cuore prevede percorsi di formazione composti da pratica e teoria: la prima è necessaria per allenarsi, per sentire sul proprio corpo la valenza di ciò che si fa; la dimensione teorica è necessaria per rendere l’esperienza nuovamente accessibile e praticabile al fine di rigenerarla e accrescerla.

L’arte è uno strumento necessario per l’apprendimento, la crescita e la formazione perché è in grado di generare uno spazio finzionale dove esperire una profonda esposizione del sé. Esporsi durante il processo creativo in uno spazio rituale e protetto, permette di entrare in profondo dialogo con se stessi e gli altri ed affinare nell’atto creativo le proprie qualità.

La prima edizione, ospitata da Fabbrica europa nel 2013, ha messo in luce l’importanza di questa correlazione e la necessità di continuarne pratica e studio.
La progettualità si è ampliata e durante ogni edizione è stata presa a pre/testo una parola considerata ponte tra pedagogia e arte della scena: trasmissione nel 2017, percezione nel 2018.

Atletica del cuore, rito e comunità

L’edizione del 2019 è dedicata alla relazione tra rito e comunità; queste parole sono infatti simbiotiche: l’una non esiste se l’altra non viene praticata.
L’arte e la pedagogia nuovamente condividono questa dimensione: discipline con una storia fortemente teorica, vivono ed esistono nell’esatto momento in cui si praticano.

Atletica del cuore è pensata come uno specchio, un doppio appunto: è una formazione strutturata con gli elementi che sono presenti in un processo di creazione artistica.

 

Il nome del percorso di formazione è una citazione dal teatro e il suo doppio di Artaud: l’immagine che lui lega all’attore come un atleta del cuore è la prima somiglianza tra questi mondi: gli artisti e i formatori hanno necessità per mestiere di essere degli atleti del cuore.

“L’attore è simile a un vero e proprio atleta fisico, ma con questo sorprendente correttivo: all’organismo atletico corrisponde in lui un organismo affettivo, parallelo all’altro, quasi il suo doppio benché non operante sullo stesso piano. L’attore è un atleta del cuore”

Antonin Artaud

PROGRAMMA

 

MER 20 + GIO 21 + VEN 22 NOV

1. PRATICHE/LABORATORI

Atletica del cuore si compone di tre percorsi, ognuno dei quali comprende incontri di laboratorio, una pratica artistica e una conferenza, con relatori della materia e presentazioni di progetti attivi sulla tematica trattata dal convegno. La pratica dell’arte è una forma diretta di approfondimento e studio di tematiche complesse.

I percorsi sono progettati per mettere in luce le analogie tra il processo artistico e quello pedagogico, a prescindere dalle discipline utilizzate.

Per partecipare non occorre nessuna esperienza pregressa.

I laboratori sono strutturati partendo dal macrotema (arte e pedagogia), passano dalla parola ponte dell’edizione in cui si svolgono (ritocomunità) e trovano un contenitore ancora più piccolo su cui strutturare l’esperienza.

 

Modalità di partecipazione:

Si potrà scegliere tra uno dei tre percorsi gratuiti per un massimo di 20 partecipanti a percorso

Per iscrizioni formazione@fosca.eu le iscrizioni avranno termine il 15 novembre 2019


Entro il 15 novembre è necessario scrivere all’indirizzo di posta elettronica specificando il percorso al quale si intende partecipare tra:

 

PERCORSO A

Cura_Sui, aver cura di sé +
Farsi Luogo lettura pubblica di Marco Martinelli (VEN 22) +
Pedagogia diffusa: i riti del teatro nelle comunità possibili  convegno (SAB 23)

PERCORSO B

In\contro, laboratorio di danza contemporanea +
Farsi Luogo lettura pubblica di Marco Martinelli (VEN 22) +
Pedagogia diffusa: i riti del teatro nelle comunità possibili convegno (SAB 23)

PERCORSO C

Fiaba, laboratorio sull’arte della scena  +
Farsi Luogo lettura pubblica di Marco Martinelli (VEN 22) +
Pedagogia diffusa: i riti del teatro nelle comunità possibili convegno(SAB 23)

Attività in programma:

 


Cura_Sui, aver cura di sé
Spazio di allenamento e ricerca sulle tecniche del corpo e dell’attore.

PERCORSO A

Ideato da Cesare Torricelli. Condotto da Cesare Torricelli e Mosè Risaliti

PRIMO PASSO_ LA CURA DI SE’
Prendersi cura di sé del proprio esistere e esprimersi. Avere a cuore forse, calibrare, ascoltare prima di rispondere, respirare con le cose. Trattare il mondo come fosse estensione sensibile di sé. Trattare noi come se fossimo l’appendice sensibile del mondo. Non esiste materia inerte, non esiste una immobilità passiva che si piega al nostro desiderio razionale ma una molteplicità viva che interagisce, risuona. Dialoga, forse, entra in conflitto spesso, ma si scambia e reagisce alla nostra impronta al nostro averne cura al nostro non averne considerazione. Tutto si specchia nel modo di camminare, agire, muoversi, parlare. Tutto è espressione
della nostra complessità e in tutto noi siamo leggibili perchè interdipendenti con questa multidimensionalità. Noi raccontiamo il mondo perchè diamo voce al mondo con il nostro stesso nostro desiderio di esserci, con le nostre miserie e la nostra maestosità. Avere attenzione, osservare le attrazioni, avere cura delle repulsioni, della difesa, della sintonia, del conflitto. Osservare il mondo per rintracciar_si, aver cura di sé per curare il mondo. Aver cura della scena, aver cura della propria arte, dei propri gesti e necessià.Prendersi cura del modo di comunicare, del cosa dire e del come dirlo non è questione di sforzo o di tensione ma di risveglio.
Risvegliarsi al piacere di essere vivi al godimento dei propri sensi, all’intensità delle percezioni, delle motivazioni, delle relazioni. Risvegliarsi a sé ritrovandosi nel circostante nello sguardo dell’altro nella sua fragilità nella nostra bellezza.

Quando:
Mercoledì 20 dalle 16.30 alle 19.30
Giovedì 21 dalle 16.30 alle 19.30
Venerdì 22 dalle 16.30 alle 18.30


In\contro, laboratorio di danza contemporanea

PERCORSO B

Ideato e condotto da Marta Bellu

in\contro indica direzione di movimento tra io e altro, un movimento del differire, di natura relazionale. Questo spaziotempo “tra” è un attraversamento della potenzialità, una zona di massima complessità che ci informa facendo evolvere il livello personale e impersonale insieme. Questo è lo spazio della conoscenza e dell’apprendimento, lo spazio del gioco e dell’arte. Stare in questo movimento del differire richiede una responsabilità individuale e un addestramento a stare nell’incertezza forte nella nostra epoca, ad includere la perdita (di informazioni, idee, aspettative, obiettivi, dell’ego), ed è proprio questo atto dell’includere o dell’accogliere che permette l’incontro, la danza.
Il percorso prevede una pratica fisica e scenica e una riflessione analitica dell’esperienza e delle sue possibili criticità e applicazioni.

Quando:
Mercoledì 20 dalle 16.30 alle 19.30
Giovedì 21 dalle 16.30 alle 19.30
Venerdì 22 dalle 16.30 alle 18.30


Fiaba, laboratorio sull’arte della scena finalizzato all’utilizzo rituale delle fiabe in contesti educativi

PERCORSO C

Ideato e tenuto da Katiuscia Favilli e Davide Woods, all’interno di Murate ArtLab.

La fiaba è una forma di narrazione metaforica della realtà, antico strumento di passaggio di buone pratiche e di accompagnamento nelle tappe della crescita. L’affettività, l’altro come “straniero”, la crescita, il lutto, la separazione, sono temi astratti che possono essere affrontati e resi tangibili proprio attraverso l’utilizzo di queste antiche storie e metafore di vita. Il percorso si articolerà tra una dimensione più teorica/progettuale e una pratica di lavoro sul corpo, sulla voce e su semplice tecniche improvvisative legate al mondo della musica e del suono.

Quando:
Mercoledì 20 dalle 16.30 alle 19.30
Giovedì 21 dalle 16.30 alle 19.30
Venerdì 22 dalle 16.30 alle 18.30

Bio Operatori (Leggi tutto) ↓

Marta Bellu Danzatrice e psicologa si forma alla Scuola del Balletto di Toscana e approfondisce lo studio della danza contemporanea con diversi maestri e percorsi trasversali. Si è dedicata infatti allo studio di teatro, voce e teatro fisico in un percorso di Formazione Professionale in Coreografia Interdiscliplinare, ha frequentato la scuola di Teatro Sociale e Performing Arts e un percorso per Junior Coaches in Performing Arts and Media. Dal 2013 si occupa di progetti di corpo, espressione e ricerca in ambito sociale in particolare con la disabilità intellettiva collaborando per diversi anni con L’Associazione Trisomia21, Il Vivaio del Malcantone con cui dal 2014 porta avanti un lavoro di ricerca sul movimento con un gruppo di ragazzi con Sindrome di Down in un gruppo integrato e recentemente con Autismo Svizzera Italiana. Dal 2015 si occupa di formazione nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie attraverso progetti espressivi e finalizzati all’integrazione con l’Associazione Fosca. Dal 2012 collabora con Cristina Rizzo nel progetto LaDiscoteca, un laboratorio permanente di ricerca sul movimento per adulti. Nel 2014 comincia ad interessarsi alla ricerca coreografica, ricevendo per “How to do Things with Words” il sostegno a una nuova produzione 2014 da ADAC Association of Dance and Contemporary Arts in Tuscany. Nel 2016 collabora con la coreografa svizzera Yasmine Hugonnet. Attualmente lavora come danzatrice con Cristina Rizzo e con il Gruppo Nanou e porta avanti una ricerca coreografica che indaga la relazione tra pratiche corporee e contemplative, suono e linguaggio all’interno del progetto Where else?. E’ artista sostenuta dal Centro nazionale di Produzione della Danza Scenario Pubblico/CZD per il 2018-2020 all’interno del progetto FIC. Attualmente frequenta il Master in Neuroscienze e Pratiche Contemplative dell’Università di Pisa.

Katiuscia Favilli

Cesare Torricelli Si laurea in Pedagogia dove approfondisce i rapporti tra il teatro di ricerca e la formazione. Continua i suoi studi come pedagogista corporeo con orientamento bioenergetico e si qualifica come esperto in metodologie autobiografiche. Attraverso percorsi intensivi, workshop e seminari con vari maestri della scena indaga in un’area che spazia dal teatro, alla danza contemporanea fino a concentrarsi negli ultimi anni in special modo sullo studio della vocalità. Sono molteplici gli spettacoli e le produzioni a cui partecipa in qualità di trainer, regista e co-autore nell’ambito dei percorsi formativi della scuola comunale di teatro Artimbanco di Cecina (LI), dell’Associazione culturale Fosca e della sua attività di libero professionista. Si specializza in percorsi di teatro sociale realizzando laboratori e spettacoli con persone diversamente abili, minori migranti e pazienti psichiatrici. La sua ricerca è orientata verso la sperimentazione e la riflessione su alcuni dei principi fondamentali che riguardano la presenza scenica e il gesto fisico e vocale e sulla analisi e individuazione di alcuni degli interrogativi nodali presenti nella pratica della scena. La sua tecnica di lavoro si sviluppa prendendo spunto dai principi ispiratori di varie discipline: dallo yoga alla danza contemporanea, dalla bioenergetica al canto. Nel 2011 è tra i fondatori del Vivaio del Malcantone_centro di ricerca e pratica culturale. E’ codirettore della scuola di teatroterapia dell’Istituto Taliatitù e del Vivaio del Malcantone.

Davide Woods (MA MT) è musicista e musicoterapeuta. In seguito alla laurea in linguistica e studi di musica si è laureato con lode in musicoterapia alla UWE. Dal 2006 lavora nell’ambito della salute mentale presso i Centri di Salute Mentale di Firenze; in ambito oncologico presso il CE.Ri.On e all’hospice delle Oblate (Associazione La Finestra) e in libera professione con bambini e adulti (autismo e disturbi dello sviluppo). Ha lavorato in strutture residenziali, in centri diurni e in carcere, sperimentando diverse tecniche di musicoterapia e adattandole ai vari contesti. Presso il Centro Studi Musica ed Arte è coordinatore della ludoteca musicale www.musicarte.it e docente del corso di musicoterapia di Firenze www.musicoterapiadinamica.it. Svolge attività di formazione in corsi, seminari e workshop di musicoterapia in Italia e all’estero e collabora con il progetto Music and Resilience Support nella formazione di musicisti in sostegno alle popolazioni migranti www.musicandresilience.org . Nel proprio lavoro integra un approccio di orientamento psicodinamico alla pratica incentrata sull’improvvisazione musicale. È iscritto e probiviro della A.I.M. (Associazione Italiana professionisti della Musicoterapia).

VEN 22 NOV alle 18.30

2. PRATICHE/LETTURA PUBBLICA

 

Farsi luogo

scritto e letto da Marco Martinelli. Teatro delle Albe, Ravenna

Aperto anche a chi non partecipa ai percorsi di formazione.

Per Marco Martinelli il concetto di “farsi luogo” rovescia la barbarie uniformante della società dei “non-luoghi”: è un concetto-strumento di lavoro, viene da lontano e torna a più riprese nell’illustrazione della sua arte di drammaturgo e regista, per un teatro che trovi il proprio senso anche, ma non solo, nella creazione di comunità.
Non un manuale di teatro, ma una mappa etica e estetica per la prassi scenica, il rinviare tutto al fuoco primario che fa ardere l’attore-artista.

In questo libro però il concetto di “farsi luogo” si espande ulteriormente, diventando zeitgeist, ponendosi con buona evidenza come dichiarazione di poetica del teatro di Martinelli (e naturalmente di Ermanna Montanari e delle Albe tutte) e assumendo di conseguenza le caratteristiche di un testo di riferimento.
Nei suoi “101 movimenti”, Martinelli, senza mezzi termini e spesso travalicando i toni dell’invettiva, dice chiaramente di certe spiacevoli situazioni attuali – «Apparire tutti i giorni sul giornale, in televisione, nello sciame della rete, questo richiede il mercato […] la trappola del teatro sociale» – pungola i giovani – «Ah quando c’era Pasolini! Nostalgia all’ingrosso: una diavoleria. Un alibi per starsene a poltrire. Ogni epoca è buona per rivoltarsi, credetemi» – torna su alcuni suoi concetti-base – «il teatro come luogo dell’eresia […] il teatro come antro della polis, nella polis: il luogo, e la comunità, e il coro, noi ce li dobbiamo letteralmente inventare […] il teatro come tradizione, ovvero come seduta spiritica: da Aristofane a Jarry, da Ruzante a Brecht» – non si risparmia una feroce tirata verso “il regista famoso”. Ma poi dedica tutta la seconda parte del libro anche a ricordare – sempre supportato da una buona dose di passaggi autobiografici – tutti gli elementi fondamentali del “farsi luogo”: dagli amati attori, naturalmente, al pubblico e ai critici, dai datori luci a tutti i tecnici, dai costumisti alle maschere, dagli attrezzisti agli organizzatori e così via. Una lettura che si incastona tra cuore e cervello e che restituisce una figura sempre più rara ai nostri giorni, quella di un maestro.

A seguire incontro con l’artista

Bio Martinelli (Leggi tutto) ↓

Marco Martinelli, drammaturgo e regista, è fondatore del Teatro delle Albe (1983) insieme a Ermanna Montanari con la quale condivide la direzione artistica. Tra i numerosi riconoscimenti: sette Premi Ubu, “come regista, drammaturgo e pedagogo”, Premio Hystrio, Golden Laurel-Mess festival di Sarajevo. Premio alla carriera Journées théâtrales de Carthage, premio culturale 2018 Vereinigung Deutsch-Italianischer Kultur Gesellschafte.

I suoi testi sono pubblicati e messi in scena in Italia, Francia (progetti Face à Face e Fabulamundi), Belgio, Germania, Romania, Slovacchia, Cile, Brasile, Senegal e Stati Uniti. Alla sua attività drammaturgica è dedicata la monografia di di Maria Dolores Pesce Marco Martinelli Un Drammaturgo Corsaro, edito nel 2018 da Editoria e Spettacolo. Nel 2018 il suo Farsi luogo è stato pubblicato in francese per le edizioni Alternatives théâtrales, con la prefazione di Marco Consolini-Université de la Sorbonne Nouvelle Paris, traduzione di Laurence Van Goethem, nel 2019 sarà pubblicato in tedesco per le edizioni Alexander Verlag Berlin, con la traduzione di Peter Kammerer.

Martinelli e Montanari firmano insieme ideazione e regia de La Divina Commedia 2017-2021, prodotta da Ravenna Festival, insieme alle capitali europee della cultura Matera-Basilicata 2019 e Timisoara 2021. Raccogliendo la sfida di trasformare in teatro il capolavoro della lingua italiana, i due registi hanno pensato a un corto circuito tra la sacra rappresentazione medievale e il teatro di massa di Majakovskij: la città è un palcoscenico, i cittadini sono chiamati a ‘farsi luogo’.

Nel 2017 Ponte alle Grazie pubblica Nel nome di Dante, diventare grandi con la Divina Commedia.

Martinelli ha debuttato al cinema con il film Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi (2017) -soggetto cofirmato con Montanari che ne è anche protagonista- presentato in anteprima al Biografilm Festival, in altri festival in Italia, all’estero e in sala con una distribuzione indipendente. Nell’autunno 2019 uscirà il suo nuovo film, The sky over Kibera, che racconta la “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum nel cuore di Nairobi con 150 bambini e adolescenti delle scuole locali in relazione alla Fondazione AVSI.

Marco Martinelli e Ermanna Montanari hanno dato vita nel 1991 a Ravenna Teatro, centro di ricerca scenica che intreccia una necessità etica di radicamento nella polis a una vocazione internazionale.

Martinelli è fondatore dell  non-scuola, pratica teatral-pedagogica con gli adolescenti, diventata punto di riferimento da Ravenna a Napoli a Dakar, da Mons a New York, raccontata nel volume Aristofane a Scampia, Ponte alle Grazie editore, ora in corso di pubblicazione in Francia per Actes Sud.

www.teatrodellealbe.com

SAB 23 NOV dalle 10.00 alle 17.00

3. TEORIA / CONVEGNO

Pedagogia diffusa: i riti del teatro nelle comunità possibili

La pratica dell’arte come generatrice di spazi di condivisione, collante sociale, rito e comunitaria.

Aperto anche a chi non partecipa ai percorsi di formazione

Relatori e Interventi

Enrico Casale, attore, regista e drammaturgo, compagnia Gli Scarti, La Spezia
Laura Corbella, Ritualità e improvvisazione nella scena educativa. Ricercatrice di Pedagogia del corpo, Università Bicocca di Milano,
Valentina Gensini, storica dell’arte, curatrice e direttrice artistica di Le Murate, Progetti Arte Contemporanea
Ilaria Fontanelli, fondatrice del progetto Geometria delle Nuvole, Cecina – Livorno
Daniela Meacci, docente di lettere presso l’istituto comprensivo Caponnetto, Firenze
Paolo Mottana, professore di Filosofia dell’educazione ed Ermeneutica, Università Bicocca di Milano
Stefano Té, direttore artistico Teatro dei Venti, Modena
Daniele Torrini, formatore teatrale, Teatro dell’inutile, Bagno a Ripoli, Firenze

Bio Relatori - (Leggi tutto) ↓

Laura Corbella, dottoranda in Educazione nella società contemporanea, dottoressa in Scienze della Formazione Primaria, insegnante, formatrice, attrice di improvvisazione teatrale.
Da anni si occupa di studiare la relazione tra improvvisazione e relazione educativa. La sua tesi di laurea dedicata proprio a questo tema: “Insegnare nel qui ed ora. La competenza jazz nel lavoro in classe”; esplicita la relazione esistente tra pianificazione/struttura e azione impensata con un affondo sull’improvvisazione nelle arti. In questo quadro la performatività del docente, la sua corporeità, il suo movimento, il suo agire artistico e il suo respiro sono di fondamentale importanza poiché non esiste improvvisazione senza un processo creativo altamente condiviso.
Da tre anni collabora con la cattedra di Pedagogia del Corpo dell’Università Bicocca di Milano, in parallelo continua la sua attività di attrice di improvvisazione teatrale che conta numerosi spettacoli, con tre format originali costruiti all’interno dalla compagnia che ha cofondato (Senza Carte, Milano) e con collaborazioni con Teatribú (la scuola di improvvisazione più grande d’Italia, vincitrice dell’Ambrogino d’oro), Improvincia (compagnia/scuola di Monza Brianza), Fanfulon (teatro ragazzi che opera nel lecchese-comasco).

Paolo Mottana, 

Stefano Tè,

Valentina Gensini,

Ilaria Fontanelli,

ATLETICA DEL CUORE
PERCORSI GRATUITI DI FORMAZIONE SULLA RELAZIONE TRA ARTE DELLA SCENA E PEDAGOGIA
PER EDUCATORI, DOCENTI, FORMATORI, STUDENTI, OPERATORI E ARTISTI
un progetto di FOSCA con il contributo di Fondazione CR Firenze con il sostegno di Comune di Firenze e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea

Info & Contatti: info@fosca.eu

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